I Centri per uomini autori di violenza (Cuav) sono strutture che si inseriscono nei percorsi di contrasto alla violenza di genere: della loro funzione, dei problemi e delle prospettive si è parlato stamani al Fuligno di Firenze, con la presentazione del Rapporto di ricerca realizzato dalla Regione Toscana e da Anci Toscana, in collaborazione con l’Osservatorio Sociale Regionale.
In Toscana, nel 2023 sono stati presi in carico dai Cuav 659 uomini, con una crescita del 135% rispetto al 2017. I centri sono nati tra il 2009 e il 2020 e i punti di accesso sono 9 (& principali e 3 secondari): il CAM di Firenze è stato il primo centro in Italia, gli altri sono sono LUI a Livorno, Nuovo Maschile a Pisa, SAM a Grosseto e PUR a Massa Carrara; oltre a Psicosfera, che ha partecipato alla ricerca pur non essendo ufficialmente accreditato.
“L’evento di oggi si occupa di un tema che purtroppo continua ad essere sempre più grave e presente, che è quello della violenza di genere – spiega il direttore di Anci Toscana Simone Gheri, che ha aperto l’incontro con le assessore regionali Alessandra Nardini e Serena Spinelli, e con Francesca Basanieri, presidente commissione regionale Pari Opportunità – Il rapporto affronta il problema da una prospettiva diversa ma molto importante, che si inserisce in un lavoro culturale fondamentale; è necessario partire dall’educazione nelle scuole e in generale dei ragazzi, perché solo attraverso il senso del rispetto dell’altro e della donna potrà cambiare una situazione veramente preoccupante. Come sistema dei Comuni, continueremo a lavorare e a supportare ogni iniziativa che vada in questo senso”.
Dal rapporto emerge che le tipologie di accesso ai Cuav nel tempo sono cambiate: a livello nazionale, se nel 2020 gli accessi con “codice rosso” costituivano il 29%, nel 2022 sono saliti al 40%; in Toscana sono il 23,2%. Gli accessi spontanei, pur invariati in termine di valore assoluto, sono diminuiti in incidenza (dal 30,5% nel 2016-2019 al 8,7% nel 2023), mentre gli invii dal settore pubblico e privato sono aumentati. Una modalità di accesso più recente è l’ammonimento, regolato dalla Legge 168 del 2023, che prevede la cancellazione del provvedimento verso l’uomo in seguito a un percorso positivo presso i Cuav.
Il rapporto sottolinea che, nonostante alcuni di questi centri operino proficuamente da tempo, c’è ancora molto da fare per omogeneizzare caratteristiche e percorsi; un’esigenza sempre più pressante alla luce sia dei recenti finanziamenti che delle nuove normative.
Il rapporto esplora anche il tema della rete e della collaborazione tra Cuav e altri attori, inclusi i Centri antiviolenza, rilevando difficoltà legate alle diverse prospettive; un percorso lento e non sempre facile, a causa di dubbi sull’uso strumentale dei percorsi riabilitativi e sulle implicazioni ideologiche del ‘decentramento’ (anche se parziale) della vittima femminile. Tuttavia, la collaborazione si sta rafforzando, portando ad un allargamento dell’interpretazione della violenza e a un ampliamento degli approcci.
>> Rapporto di ricerca I Centri per uomini autori di violenza: pratiche, collaborazioni e reti sui territori della Toscana